La consistenza storico-monumentale del complesso è quella di un aggregato storico, collocato nel cuore di Venezia, fulcro della vita cittadina durante lo splendore settecentesco della Serenissima.
L'attuale conformazione del complesso è il risultato di vicende storiche che ne hanno profondamente trasformato l'aspetto originario.
Il "Ridotto", sviluppatosi attorno al palazzo tardo gotico della famiglia Dandolo costruito probabilmente nel XIII secolo da Marco Dandolo e utilizzato nel 1500 come sede dell'ambasciata di Francia ospitò, dal 1638, una casa da gioco aperta a tutti ("Publico Ridoto") che acquisì presto una notevole fama; il palazzo fu poi adibito a teatro in uso fino a qualche decennio fa.
L'hotel Monaco, originariamente palazzo dei Vallaresso e nel '700 degli Erizzo, già albergo dagli anni '30 nella parte dell'isolato attestata sul Canal Grande, ingloba il palazzetto realizzato ad opera dell'architetto Giannantonio Selva su commissione della stessa famiglia Erizzo.
La fabbrica del cinema San Marco è invece una realizzazione risalente alla prima metà del XX secolo con struttura in calcestruzzo armato arricchita, lungo le scale a fianco dell'atrio di ingresso, da rifiniture di pregio come i mosaici del maestro Guido Cadorin.
L'intervento è consistito dunque nel restauro e ristrutturazione di quattro fabbricati aggregati ma differenti per età e tipologie.
Destinazione d'uso finale l'attività alberghiera con la realizzazione di nuove stanze e spazi comuni per l'Hotel Monaco e Gran Canal, oltre a spazi per attività commerciali e culturali.
Diversità e unitarietà (conseguenza del quadro esigenziale necessario e delle caratteristiche del complesso edilizio) sono stati i temi che hanno condotto la progettazione.
Conservazione e modernità i concetti condivisi che hanno permesso da una parte l'esecuzione di un rigoroso restauro del complesso monumentale e dell'imponente apparato decorativo del Ridotto e dall'altra l'inserimento di elementi decisamente connotati quali la copertura in vetro del cortile e la nuova scala dell'albergo, a confine tra Ridotto e San Marco, che inizia scavalcando un velo d'acqua (l'elemento su cui si confronta e si esalta l'architettura della città antica).
L'ingresso principale, sito in Calle Vallaresso, conduce così attraverso un ampio corridoio alla reception nella quale si trova la nuova scala di collegamento alle camere dei piani superiori in pietra d'Istria bianca e struttura metallica. Dall'ampio corridoio si accede anche allo storico scalone in pietra d'Istria che dall'ingresso conduce al piano nobile del complesso del Ridotto e alla sala degli affreschi. Lo scalone si affianca alla piccola corte seicentesca che, grazie all'intervento di copertura con una struttura in vetro, è diventata, con il pozzo centrale e la pavimentazione in tipici masegni di trachite, una naturale prosecuzione della hall d'ingresso. Nel complesso dell'ex teatro hanno trovato posto spazi connessi all’attività alberghiera quali la hall di ingresso, spazi comuni, sale ristorante, servizi ed attrezzature ovvero attività in grado di non alterare l'impianto originario.
Gli interventi si sono rilevati particolarmente impegnativi a causa dello stato profondamente degradato della struttura e dell'apparato decorativo: si sono rese necessarie opere di sostituzione di solai, rinforzi statici degli stessi, ripristino di capriate ed altre strutture di copertura, consolidamento e ripristino di murature portanti.
Successivamente è stato realizzato il delicato intervento di restauro e ristrutturazione del fronte sul Canal Grande, parte già occupata dall'Hotel Monaco, e la ristrutturazione dell'ex cinema S. Marco che, proprio per la sua principale caratteristica di spazio cinematografico come grande vuoto, è stato ripensato come open-space polifunzionale organizzato a ristorante al primo piano e spazio commerciale, culturale ed espositivo nei piani superiori.
L’ambientazione delle nuove 108 camere è stata progettata per ricreare l'atmosfera delle antiche case patrizie mediante l'uso dei tre colori predominanti nel '700 veneziano: l'oro, il rosso, il rosa.
Data la sua complessità l'intervento è stato seguito passo passo dalla Soprintendenza ai Beni Ambientale ed Architettonici di Venezia.