Una coppia di affermati professionisti: architetto lui ed interior
designer lei; un vecchio fontego veneziano che un tempo fungeva da magazzino
per materiali edili e che oggi è un’abitazione raffinata
situata nel cuore della Serenissima.
Siamo nella zona studentesca, dove ancora sopravvivono i banchetti ambulanti
di frutta e verdura, del pesce e dei venditori di fiori.
La Venezia semisconosciuta ai visitatori fugaci, dove si consuma la quotidianità
di coloro che qui sono nati e che vivono la città nelle sue mille
e incomparabili sfaccettature. Varcato un primo ingresso rimangono solamente
il silenzio, la quiete, il suono attutito di voci e presenze umane lasciate
all’esterno di un palazzo del ‘400, con Venezia che attende
dietro la protezione di un robusto portone. Attraverso un antico cancello
in legno disegnato ad arco si accede alla residenza: un involucro candido
inserito in un contesto d’epoca che si specchia davanti allo studio
dove ha sede l’attività del proprietario.
Un tempo “fontego” veneziano.
Quella che racconta il proprietario è la storia di un edificio
completamente inagibile e lasciato inutilizzato, un destino comune a molti
stabili veneziani che in passato erano la sede di attività poi
trasferitesi sulla terraferma.
Nella ricostruzione, la minuziosa attenzione verso un restauro il più
possibile rispettoso dell’ambiente e della storia del luogo si è
unita al gusto raffinato della coppia che è riuscita ad ottenere
una dimora moderna senza allontanarsi però dallo stile di una città
unica.
Ora residenza colta e ricercata:
La residenza mostra la perfetta convivenza fra lavoro, vita domestica,
cultura e passione: l’amore per i viaggi, per il design, per una
professione capace, come in questo caso, di scrivere il progetto di una
rinascita. E’ un’abitazione da ammirare e osservare, per scoprire
elementi d’arredo scovati nei mercatini d’antiquariato di
tutto il mondo oppure particolari di prestigio come vecchi fregi di marmo
e le sagome di una scala in pietra d’Istria che modella un angolo
del soffitto. Prima della ristrutturazione la sala principale era adibita
al trasporto dei materiali che, attraverso uno scivolo, venivano caricati
direttamente sui barconi in attesa fuori dalla porta d’acqua. Oggi,
al centro della stanza, è stato posizionato il famoso tavolo “
Doge “ firmato da Carlo Scarpa e dall’ampia vetrata che guarda
il canale è possibile vedere abili gondolieri che guidano una giovane
coppia di amanti o turisti estasiati alla scoperta romantica della città.
Bianco, oro e By-me:
Bianco e oro sono i colori predominanti che si alternano creando un avvicendamento
splendidamente riuscito fra l’essenziale modernità del primo
e la classicità di grande effetto del secondo. Un armonioso connubio
fra antico e nuovo, estetica e funzionalità, all’interno
della quale il sistema domotico By-me con estetica Plana è la scelta
che chiude il cerchio attorno ad una residenza che appare quasi un museo.
I proprietari hanno voluto Vimar per assicurasi un prodotto di alta tecnologia
ma di facile utilizzo, che consentisse di automatizzare e controllare
tramite pochi e semplici gesti tutta l’abitazione ma parallelamente,
in grado di inserirsi nello stile della casa.
Scenari raffinati:
Le centrali By-me sono installate in diversi punti della casa e assecondano
le esigenze della quotidianità familiare: utilizzate per gestire
il funzionamento degli elettrodomestici e controllare i carchi; per visualizzare
chi suona alla porta oppure attivare e disattivare il sistema di allarme.
La programmazione di diversi scenari, ovvero combinazioni d’uso
degli apparecchi elettrici a seconda delle ambientazioni che si vogliono
ricreare, raccontano di rituali e abitudini raffinate, al servizio dell’atmosfera
signorile e dello stile particolarmente ricercato della residenza e dei
suoi abitanti. Per il relax, ad esempio, sorseggiando un Bellini, lo scenario
cocktail attiva i faretti collocati alla base delle colonne in pietra
ereditate dal vecchio magazzino, evidenziandone la sagoma con particolari
effetti di luce e ombra; simultaneamente, l’alcova posizionata all’estremità
ovest della stanza è messa in risalto con un’illuminazione
discreta e soffusa che rende lo spazio estremamente accogliente. Scegliendo
lo scenario casa, invece, si accende il lampadario di Venini che padroneggia
nella sala principale, accompagnato solamente dalla luce delle candele
bianche disposte armoniosamente accanto ad un mazzo di calle o un vaso
ricolmo di candide viole ciocche.
By-me, la libertà e il controllo:
Piccoli cimeli abitano in diversi punti le pareti di casa: poggiati su
rientranze scavate nel muro, possono essere rischiarati tramite l’uso
di semplici comandi on/off oppure messi in evidenza attraverso un’illuminazione
temporizzata gestita attraverso il sistema By-me. Nel bagno padronale
la domotica governa in maniera coordinata l’iluminazione, la temperatura
e l’accensione della televisione. Sulla parete in pelle sky, tasti
bianchi con rivelatori ad infrarossi ricevono comandi e attivano a distanza
lo scenario prestabilito, per il massimo grado di comfort. La temperatura
è amministrata mediante termostati presenti in ogni stanza e la
sua gestione può essere integrata a By-me - e quindi coordinata
con il funzionamento degli altri apparecchi – oppure regolata manualmente
con possibilità di diversificare il clima in ciascuno degli ambienti.
Per quanto riguarda la sicurezza, numerosi sensori di presenza posizionati
in modo tale da non disturbare l’impatto visivo estremamente curato,
monitorano eventuali presenze estranee; la loro funzione, combinata alle
sirene da interni, offre un controllo costante e assicura il valido sistema
di antintrusione controllato tramite By-me.
Il gioco sapiente dell’architettura:
Ciascuno dei dispositivi pensati da Vimar ha trovato la
sua giusta collocazione funzionale. Nello studio adiacente all’abitazione,
infatti, il sistema domotico con design della serie Plana color bianco,
è assoluto protagonista: accende e spegne le stanze comandandone
i dispositivi elettrici, arreda e accompagna l’opera di ideazione,
studio e progettazione che prende forma all’interno di cinque stanze
lasciate semispogli e illuminate da gigantesche vetrate. Qui dove trova
perfetta realizzazione la frase di Le Corbusier: “ l’architettura
è il gioco sapiente, rigoroso e magnifico dei volumi sotto la luce”.
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