Il recupero funzionale e architettonico dell’ex Silos si inserisce nel progetto di riutilizzo di un’area marginale della città, occupata da impianti produttivi ormai inattuali, impostato secondo uno schema compatibile con il territorio e strettamente legato alla crescita della città. Il Silos, adibito a deposito e stoccaggio di granaglie proveniente da tutto il Basso Piave, assieme alla Cantina Sociale, alla Confrutta e al Consorzio Agrario rappresentava già dagli anni ’20 il sistema attorno al quale si sviluppava gran parte della realtà economica della zona. La globalizzazione e il modificarsi del sistema di distribuzione e di commercializzazione hanno vuotato di funzioni e di valore questi grandi contenitori che peraltro hanno continuato ad essere punti di riferimento figurativi più che reali. L’area su cui insiste l’edificio si trova in posizione strategica rispetto al centro di San Donà di Piave, in quanto, oltre ad essere segnata dall’asse ferroviario Venezia – Trieste, è destinata a diventare, a seguito del completamento del sistema delle infrastrutture del sandonatese, la vera “porta nord” di ingresso alla città; su questo ridisegno incide fortemente anche la prevista nuova stazione ferroviaria legata al completamento verso est dell’SFMR che giocherà un ruolo fondamentale negli spostamenti verso Venezia. L’area d’intervento, denominata dal P.R.G. “Porta nord”, si sviluppa su 180.000 metri quadri di cui 60.000 a verde pubblico e 30.000 a parcheggio per la realizzazione di complessivi 58.000 metri quadri di attività terziarie distribuiti su più piani e 15.000 residenziali. L’intervento nel complesso si pone l’obiettivo di salvaguardare l’aspetto ambientale e storico dell’area nel rispetto della pianificazione generale: lo spostamento della viabilità di accesso alla città a ridosso della linea ferroviaria libererà infatti un grande spazio che, affiancato al canale Silos, costituirà un grande parco urbano con l’acqua come tema conduttore utilizzato anche nella grande piazza sulla quale si affacceranno gli edifici posti all’imbocco della porta. Il piano prevede anche il recupero ai fini pubblici della Cantina Sociale con la realizzazione di spazi per mostre permanenti, aree di work-shoop per la promozione di iniziative legate alla ricerca e zona fieristica usufruibile durante tutto l’ arco dell’anno. In questo contesto il recupero funzionale e architettonico dell’ex Silos rappresenta il primo tassello per la riqualificazione e valorizzazione complessiva dell’area Porta Nord. Nello sviluppo del progetto sono state valutate molteplici possibilità di intervento optando alla fine per la riqualificazione del manufatto esistente inserendovi nuove funzioni e “rivestendolo” di una nuova pelle, costituita da una parete ventilata in alluminio, al fine di conferirgli una qualità estetica e architettonica. In questo modo si è dimostrato come la trasformazione dell’area anche con interventi di recupero sia non solo possibile ma auspicabile. L’edificio, un concentrato di tecnologia e modernità, è realizzato con criteri di modularità e versatilità; ogni unità immobiliare è dotata di impianti autonomi modulari, l’insieme delle componenti strutturali e delle coibentazioni si traduce in un efficienza energetica elevata, il rivestimento è realizzato con pannelli prelaccati antiriflesso e vetrate strutturali, le pavimentazioni sono state completamente isolate dalle strutture portanti per evitare il propagarsi dei rumori. Il fabbricato si sviluppa su sei piani fuori terra e un piano interrato adibiti interamente ad uffici e archivi concepiti secondo una logica moderna ed attuale dello spazio di lavoro (flessibilità, dotazioni impiantistiche, etc.) con uno sviluppo di quasi 4000 mq. più terrazze scoperte per circa 315 mq.; la scala di sicurezza si configura come un volume leggero che dialoga con la massa dell’ex Silos.